(tratto dall'articolo Cambio di direzione scritto dal dottor Sergio Migliorini per Runner's World - dicembre 2013)
DIVERSA INTENSITÀ E FORZA
L’intensità della corsa e la forza richieste nel running sono diverse da quelle necessarie per giocare a calcio, a tennis o a volley.
Allunghi tecnici, lavori intervallati e lavori in salita sono spesso inseriti nel programma di allenamento dei runners, ma quest’ultimi non effettuano mai scatti su brevissime distanze, cambi di direzione improvvisi o balzi.
Negli sport sopra citati gli arti inferiori vengono sottoposti a sollecitazioni violentissime e inusuali per il corridore, molto rischiose per muscoli, tendini e articolazioni.
Considerando che dopo anni di corsa di resistenza i muscoli sono spesso fibrotici, poco estensibili, e il tendine d’Achille è sofferente, il rischio d’incorrere in lesioni muscolari o rotture sottocutanee del tendine è elevatissimo.
Il runner spesso s’infortuna quando cambia repentinamente il programma di allenamento, inserendo ad esempio un lavoro intervallato su distanze brevi.
Pensate cosa può capitargli quando si trova a giocare improvvisamente a basket oppure a calcetto...
POCA ABITUDINE AL CONTRASTO
Il contrasto con l’avversario è inusuale nella corsa: al massimo ci si “tocca” in partenza.
Calcio e basket inseriscono una nuova variabile a cui il runner non è più abituato, aumentando così il rischio di subire infortuni.
MANCANZA DI CADUTE
Eccezion fatta per i trail, le cadute durante la corsa sono rarissime.
Una caduta sciando è più probabile e può avere conseguenze molto serie per le ginocchia o le spalle.
RISCALDAMENTO SCONOSCIUTO
In molte discipline sportive effettuate a scopo ricreativo, il riscaldamento non è quasi mai svolto.
Il runner è invece abituato a correre almeno 15 minuti prima di affrontare qualsiasi lavoro.
Se s’imparano le cattive abitudini degli altri sport, l’infortunio è garantito. (continua)
Gli articoli della rubrica Per saperne di più sono scritti dal dottor Sergio Migliorini e pubblicati da Runner's World.